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IL PROBLEMA DI GIRARSI

by MEZZALA

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1.
Qui gli argomenti ormai boccheggiano sono come i cefali laggiù all’Expo a filo d’acqua per un aerosol di sporco ossigeno come autogol avrai notato che non esco più o almeno non quanto fai ancora tu non scorgo il senso di scadere nei discorsi soliti che amate voi tempi e modi adesso vivaddio a dettarli sono solo io e di questa mia solidità ne bastava forse la metà assaporare il gusto di andar via dimenticare quello amaro di pause caffè a scandire con maestria tempi determinati e fesserie ti innervosisci perché non sei abituato a vedermi così attento che mi incoraggi a non mollare il colpo a non farlo mai più
2.
Sono decollato e temo ci stia dopo tutto il tempo perso a perderti non avevo un’altra via cara mia coi tuoi radar non mi intercetti più dammi pure per disperso e perditi dietro ai soliti tabu vedi tu e caso mai poi ci rincontreremo abbiamo un gran bisogno di ritrovare il gol dirottare il volo è questa l’idea un lavoro da professionisti per fare veramente mia la fine atterraggio di fortuna e poi ciao senza fare ostaggi mi allontanerò e travisandomi anche un po’ sparirò e caso mai poi ci rincontreremo non l’hai sempre detto tu che il mondo è così piccolo cosi poco affidabile vedrai che accadrà se poi sarà l’epilogo stai certa si brinderà alla gioia di vivere in dolce cattività
3.
Quando il vuoto affascina controllarsi è l’unica l’imbarazzo è un’ancora lasci i calcoli a metà si dà il caso che non sia così avvezzo alla magia da sperare che tra noi si risolva tutto migliorerà un domani dici tra lampi e tuoni dal canto mio ecco una riflessione voglio che sia domani mi fotto di “un domani” perso nel tempo e tra le persone non so fare business plan né progetti di alcunchè riposizionare un brand temo non faccia per me sono in grado tuttavia di pensarti ancora mia nonostante la follia complichi un po’ tutto migliorerà un domani dici tra lampi e tuoni dal canto mio ecco una riflessione voglio che sia domani mi fotto di “un domani” perso nel tempo e tra le persone che corrono dritte per la loro strada e non hanno più tempo per noi per le nostre chiacchiere amare poi si vedrà un domani lo ribadisci e suoni da ore ormai la stessa canzone pretendo sia domani mi fotto di “un domani” perso nel tempo e tra le persone
4.
Se vedessi come mi hai ridotto piccola di corsa torneresti qua tuttavia sarebbe almeno un po’ ridicolo meglio affrontare la realtà meglio rinunciare a quel cerotto inutile che al primo schiaffo se ne va e consegnare la ferita a settimane che sapranno medicarla già trovo queste frasi scritte su una pagina di un quadernone del liceo mamma mia ricordo pure chi è sta Jessica di fatto un vero e proprio neo oltre a un mezzo infarto e a liti insopportabili questo trasloco lascerà meteoriti da un passato che si rianima che chiede possibilità mi manca troppo il campionato per poter rendere queste domeniche sensate per non soccombere un’ amichevole d’estate calciomercatoweb sono palliativi ed è normale che il male resti in me non aver niente da perdere è una vispa lucciola qui nel buio incontrollabile è la mia nuova meta sto nei ranghi per giocarmi poi tutto all’ultima curva i remi in barca non li tengo mai la speranza è che serva nella vasca coi piranha non sto più vado a fare legna al fuoco dirò con gusto amico mio, mi hai salvato il posto
5.
Io mi ribello al fatto che per strada quando ci incontriamo è tanto se alziamo lo sguardo è tanto se sprechiamo un “ciao” ma a casa dietro alle tastiere a schermi piatti come il cuore siam brillanti ed amicali gonfi di socialità lungi da me pontificare men che mai moralizzare dopo tutto anch’io mi bagno a tratti in acque torbide per cui ti parlerò così serve più consapevolezza forse anche un maggior distacco l’ironia sai dove sta mezzala è pazzo di te quello che volete Io mi ribello al fatto che per strada quando ci incontriamo è tanto se alziamo lo sguardo è tanto se sprechiamo un “ciao” amore serve che ti fermi che distruggi i promemoria la priorità è un’altra è la tua felicità Ilaria serve che ti fermi che distruggi i promemoria la priorità è un’altra è la tua felicità mezzala è pazzo di te quello che volete Che fine faremo? Che fine farò? (di merda)
6.
L’idea la buttò lì Francesco un giovedì qualcosa di spesso a dir poco losco l’alleggerimento di una banca elvetica coperti dal santo lavoro d’ufficio dimmi che non ci stai e rido davvero la spocchia di Mathieu sa coglier nel segno risposi Ok dai per me anche da subito e da quel momento il piano fu svizzero siam stati perfetti precisi e concreti compreso Jean Paul che di solito dorme un po’ non si sospettò mai a nessuno venne un dubbio perché sapevamo dove mettere le mani cosa andò storto adesso non saprei nemmeno dirtelo fatto sta che arrivò la polizia non mi ricordo resistenza almeno non da parte mia e ci portarono via interrogato per due giorni interi dissi una bugia che l’idea era stata solo mia quanto al processo confermai i verbali e fu formalità sottrarre la mia libertà
7.
Santa donna a sopportarmi disattento e ruvido colmo di occasioni perse svelto nel recupero che non sempre riesce fino in fondo è comprensibile in odor di santità anche io puoi pure ridere penne stilografiche quaderni notti instabili levatacce immense pannolini un tempo candidi non sto in piedi sai le verità un po’ in tasca pesano queste trenta chili almeno immagino li facciano vedi ultramondano non sta per svaccato al billionaire ma vuol dire che il pianeta terra non è il mio parterre giri armonici lontani da accademie rigide dissonanze stonature distorsioni e lacrime per effetti personali di un parente estinto ormai ripiegati in un sacchetto se va bene della crai come mi vorrei meno stupido quanto apprezzerei certe novità penne stilografiche quaderni notti candide levatacce indegne pannolini almeno fradici ecco la mia vita puoi tranquillamente illuderla prenderla farne l’unica poco di buono che ti spolperà
8.
Ascoltavo Fade in to you dei Mazzy star mi hai guardato e mi hai detto: è bellissima compiaciuto ho promesso di insegnartela l’ideale per amare la semplicità heypa chiedevi spesso dammi qualche lezione di chitarra io mai avevo sempre qualche cosa di urgente da sbrigare non sai quanto mi faccia male urlare al mio cuore che non ci sei manca l’unica vera guida per la mia sedicente vita sono certo che in qualunque posto tu ora sia quel che odi più di ogni altra cosa è che non puoi aiutarmi fare in modo che trovi una via convincente un po’ meno discutibile heypa chiedevi spesso dammi qualche lezione di chitarra io mai avevo sempre qualche cosa di urgente da sbrigare non sai quanto mi faccia male urlare al mio cuore che non ci sei manca l’unica vera guida per la mia sedicente vita
9.
Finalmente qualche cosa si è rotto la monotonia è fuggita di qua tutto fatto senza colpo ferire la pazienza è dote sovversiva se l’ispirazione fa il suo dovere potrei anche rimanere in città sputtanare soldi in viaggi forzati non è certo una mia priorità a completo agio in mezzo alla gente raramente capita che ci stia attenzione, non ho detto che il tempo lo trascorra privo di compagnia è che adesso preferisco uno scambio al taglieggio nel frastuono di un rave l’esperienza ormai è troppo ingombrante per far finta d’ignorarla d’emblèe lanciavo arance dal balcone guarda la noia cosa fa era pura soddisfazione assaporare il loro splat se curar le pubbliche relazioni è mai stata la mia tazza di tè non c’è dubbio che il mio broncio perenne ridimensionato aiuterebbe ho bisogno di attestati di stima sarei disonesto a dire di no osservavo il crollo e gufavo pure tutto sembra già risolto però lanciavo arance dal balcone guarda la noia cosa fa era pura soddisfazione assaporare il loro splat spettacolare la mancanza completa di lucidità mi fotto della resistenza e perdo il controllo in ogni bar
10.
Tu sei bella come non mai assai dolce so che lo sai ma stai zitta fallo per noi se non parli forse potrai deliziare ancora Lo so non è simpatico non mi fa onore non stimola quell’armonia che cerchi ma son solo un po’ sincero Non sarò mai politico diplomazia proprio non ne ho è raro che dica bugie sembra che non lo apprezzi mai il mio non è sessismo ma la cura per stare insieme se parli mi innervosisci se taci io ti amo Tu sei bella come non mai assai dolce so che lo sai se stai zitta è meglio per noi ma dai scherzo è che se mi vuoi devi andarci piano
11.
Così sei sistemata e non hai detto niente al tuo uomo lo so che ci hai pensato tanto poi hai rinunciato per un’omertà del tutto inutile ma sai io ti capisco forse sì temevi che venissi a far casino non c’è quasi niente che possa non c’è quasi niente farti andare così ti sei comprata un altro passo verso la desolazione di sentirsi più normali di prima sarà che io mi sto curando con maggiore serietà di quando mi teneva a freno a mala pena il buio non c’è quasi niente che possa non c’è quasi niente farti andare non c’è quasi niente che possa non c’è quasi niente farti male.
12.
Rocker carbonaro vita di sotterfugi a muso duro sottopressione rende niente male frangenti in cui quasi ogni cosa vale quasi ogni cosa pensano i coglioni che per magia le pure ispirazioni irrompano nel dolce sonnecchiare perciò sia sufficiente assecondare non so che dire all’autogrill mi riprendo Il viaggio soltanto a metà il capri rovente fuori dentro è ghiacciato et voilà serve disciplina con il talento e basta stai in panchina quintali di ore da sacrificare a meno di folgorazioni vere e spesso rare leggo un’intervista Beatrice fa un’osservazione giusta vorrei che fosse detto molto chiaro suonare e scrivere è un lavoro duro è il mio lavoro all’autogrill mi riprendo Il viaggio soltanto a metà il capri rovente fuori dentro è ghiacciato et voilà dopo un soundcheck imbarazzante ecco il promoter che fa forza che pizze volete? c’è solo la margherita cazzo me lo chiedi allora cosa cazzo me lo chiedi che cosa cazzo me lo chiedi a fare perché non dici mai le cose chiare le cose vere
13.
ORTICA 03:38
ortica cerchi la mia pelle non ti sorprenda il mio piacere severa in astati di emergenza il tuo dominio mi ristora nei tristi sobborghi del mio cuore c’è urgenza di pattuglie accorte di un tiepido sentirsi insieme di un gelido farsi da parte vivo scontando la mia immaturità con innocenza vivo convinto che prsto se ne andrà con eleganza ortica cerchi la mia pelle non mi sottraggo al dispiacere felina in abito da festa non doni ciò che rassicura lo so che sbagliavo a darti corda ma sbadigliando ho detto basta potrà sembratti una pazzia ma vorrei usare la mia testa vivo scontando la mia immaturità con innocenza vivo convinto che prsto se ne andrà con eleganza

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Stanco dei tatticismi esasperati che uccidono le giocate estemporanee e l’estro imprevedibile dei fantasisti, per firmare il suo primo album solista Michele Bitossi si presenta con un alias dal significato (almeno per lui) chiaro e inequivocabile.

Si parla di “Mezzala” e il disco in questione è “Il problema di girarsi”, titolo scelto attingendo (non a caso) dal calderone di locuzioni coniate dal mitico Bruno Pizzul, emblema di un calcio ormai morto e certamente più genuino di quello attuale.

Fino alla metà degli anni ottanta mezzala col football ci ha pure provato. Molto presto, tuttavia, ha dovuto fronteggiare una lampante e cruda realtà che lo vedeva sistematicamente relegato a scaldare le rozze panchine dei campi in terra battuta della periferia genovese.

Suo padre buonanima Eugenio, nonostante non si tirasse mai indietro quando c’era da saltare sulla centoventotto verde alla volta dell’impianto sportivo di turno, per fortuna non ha mai davvero creduto nelle doti di calciatore del suo primogenito.

Lo accompagnava (spesso la domenica mattina presto e con l’aria gelida che bestemmiava in faccia) ma non sentiva di motivarlo troppo, di contribuire ad alimentare illusioni che avrebbero significato solo frustrazione e perdite di tempo.

Dal canto suo Mezzala si accorse in tempo che il calcio giocato non avrebbe mai potuto diventare qualcosa di significativo nella sua vita. Con l’obiettivo di rafforzare definitivamente questa consapevolezza suo padre gli regalò una meravigliosa Fender Telecaster custom.
Michele iniziò quasi subito ad usarla per comporre canzoni. Le sue canzoni.

Ecco cosa racconta Mezzala a proposito della gestazione de “Il problema di girarsi”:
“Ormai da qualche anno covavo l’idea di realizzare un disco solista. Per una ragione o per l’altra e anche senza ragioni ho sempre rimandato la cosa fino a quando non mi sono deciso e mi sono buttato anima e corpo nel progetto.
Può sembrar strano ma ho dovuto armarmi di una discreta dose di coraggio.
Da parecchio tempo faccio parte di band come unico autore; in tale frangente mi sono sempre sentito protetto dai miei compari, situazione gradevole che racchiude d’altro canto alcune controindicazioni. Spesso infatti ho perso lucidità, mi sono sentito come anestetizzato e ho evitato di prendermi responsabilità quando avrei dovuto mettermi a nudo esponendomi fino in fondo.
Poi a un certo punto ho sentito che fosse finalmente giunto il momento di fare tutto ciò, con una formula nuova, con un nome nuovo, con nuove motivazioni. A prescindere da come verrà recepito sono convinto che “Il problema di girarsi” darà linfa vitale non solo alla mia carriera solista futura ma anche alle prossime esperienze dei Numero6, mai tanto in forma come in questo momento.”

“Scrivo canzoni di continuo. Farlo per me è una sorta di terapia interiore. La maggior parte sono cose brutte e inutili; in media su dieci idee soltanto una si merita di essere approfondita, prodotta, completata.
D’altra parte sono fermamente convinto che il talento vada stimolato di continuo. Non mi piace e non mi posso permettere di sedermi sul bordo di una piscina con un mojito in mano aspettando che arrivino devastanti folgorazioni creative chissà da dove.
Per me scrivere e suonare è un lavoro, spesso duro e impegnativo. Contrariamente a quanto pensa la maggior parte della gente comune per arrivare ad avere un disco finito in mano si sputa sangue.”

“Senza aver pianificato qualcosa di veramente definito. mi sono trovato con una ventina di canzoni in mano. Ho portato in studio il materiale e il tutto ha preso forma anche grazie allo splendido lavoro di Mattia Cominotto, che oltre a registrare e a missare, si è occupato insieme a me della produzione artistica.
Volutamente non ho cercato di dare troppa organicità e coerenza alla scaletta dell’album. Semplicemente sentivo di avere alcune cose da dire e di volerlo fare in modo spontaneo, senza troppi calcoli, senza fronzoli, cercando di scrivere, arrangiare e produrre canzoni il più possibile dirette. L’obiettivo principale era di spogliare la mia scrittura da asperità a volte gratuite e autocompiaciute, da strutture cervellotiche, da ermetismi forzati.”

“Ho fatto tutto ciò senza volermi snaturare ma cercando di far tesoro delle critiche costruttive che ho ricevuto negli ultimi anni in mezzo, per fortuna, a tanti elogi.
D’altra parte mettere in piedi un progetto solista con la stessa cifra stilistica dei Numero6 non avrebbe avuto molto senso. Mezzala per me significa rimettersi in gioco davvero.”

“Il problema di girarsi” esce anche nella versione deluxe a tiratura limitata /vinile 7 pollici e cd) che contiene la bonus track “ortica”.
Mezzala sarà in tour nei club di tutta Italia a partire dalla metà di ottobre 2011.

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released September 26, 2011

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mezzala Genova, Italy

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